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INTERVISTA A STEFANIA CONTESINI

  

ORGANIZZAZIONI E NUOVI PARADIGMI:

UN’UTOPIA POSSIBILE

 

La crisi globale in cui viviamo ci offre l’opportunità di ri-pensare i nostri paradigmi: uno dei modi per farlo è sviluppare un pensiero differente sulle modalità di lavoro di organizzazioni e imprese, messe duramente alla prova dalla pandemia e dalla sfida climatica.

Ecco perché ne parliamo con Stefania Contesini, che si occupa di formazione e consulenza filosofica nelle organizzazioni e nelle aziende ed è responsabile del laboratorio Filosofia Impresa all’Università San Raffaele di Milano. Ha pubblicato La Filosofia nelle organizzazioni. Nuove competenze per la formazione e la consulenza (Carocci, 2016) e Fare impresa con i valori. Teoria e pratica dell’Identity shaping (Mondadori Bruno 2018).

 

Si associa spesso la razionalità a competenze di tipo logico-matematico o strumentale: sebbene queste siano fondamentali, è possibile pensare a un concetto di razionalità più ampio? Che ruolo ha l’immaginazione?

 

In effetti, complice l’idea che l’impresa è stata considerata per molto tempo esclusivamente un attore economico, avente come unica finalità il profitto, e non anche un attore sociale, il tipo di razionalità che si è previlegiato è stata una razionalità di tipo strumentale. Essa prevede  quell’uso della ragione che identifica e calcola l’adeguatezza dei mezzi rispetto a fini dati e sottratti a qualunque tipo di valutazione.  Da un certo punto in poi a quest’uso riduttivo della razionalità come calcolo, ha fatto da contraltare, la grande esplosione dell’intelligenza emotiva. A quel punto tutto ciò che aveva a che fare con il mondo dei valori, delle relazioni, dell’identità è stato derubricato a emozione.  Quella che è stata sacrificata è la razionalità riflessiva.

 

Quindi si è creato uno scollamento tra razionalità ed emozioni ?

 

Per comprendere l’emozione anche dal punto di vista di ciò che mi fa sentire, devo compiere un’analisi riflessiva rispetto a ciò che sto provando, quindi – di fatto – non esiste una separazione così netta tra le due sfere.

Sicuramente, la razionalità intesa ‘filosoficamente’ quale razionalità riflessiva (come pensiero che torna su se stesso) deve trovare un posto attraverso un lavoro critico e – in questo senso – sono d’accordo sull’idea che non ci sia soltanto una razionalità critica e valutativa delle azioni e delle scelte, ma anche un pensiero che apra nuovi scenari per immaginare mondi possibili a partire dal presente: per questo aspetto considero importante il libro Ritorno a Utopia di R. Mordacci ( Editori Laterza 2020) , che propone l’utopia non come qualcosa di irrealizzabile, ma di ‘possibile’ e che individui cambi di paradigma per il futuro che vorremmo, anche a partire dalla constatazione di ciò che oggi non va…

 

Mi sembra un’ottica molto propositiva: spesso il rischio è proprio quello di non affiancare a un lavoro critico sul modello di capitalismo attuale delle alternative percorribili.

 

 

Abbiamo elaborato una proposta all’interno della quale le tre sfere di valori economica, produttiva ed etica convivono nella prospettiva di un’armonizzazione nella vita delle imprese: in questo senso c’è l’ottica di un’apertura verso un immaginario del ‘fare impresa’ differente.

 

 

Tra i valori fondamentali da lei evidenziati ci sono la fiducia e la trasparenza. Pensa ci sia maggiore diffidenza a causa dell’attuale crisi in ambito sociale?

 

Nelle Organizzazioni e nelle imprese la fiducia è molto importante, soprattutto se pensiamo che si potrebbero cambiare i sistemi gestionali e organizzativi – basati attualmente sul controllo dell’attività dei dipendenti – per promuovere altri sistemi più orientati verso una leadership partecipativa e condivisa, nella quale la fiducia è fondamentale: in questo senso, la diffusione dello smart working rende ancora più forte l’esigenza di lavorare su questi temi.

Per quanto riguarda l’aspetto sociale, la fiducia è sempre a rischio; a proposito delle principali strutture nell’ambito della politica, dell’economia (enti creditizi etc), della scuola e – fino a poco tempo fa – della sanità, non si può dire che ci sia molta fiducia da parte dei cittadini. È sempre qualcosa da riguadagnare. Per esempio, negli ultimi anni, la perdita di fiducia nell’expertise e nelle competenze è stata terribile.

 

Eppure, con la pandemia, le persone sembrano esser tornate a fare affidamento sugli esperti…

 

Bisogna fare attenzione, perché se è vero che recentemente il parere di scienziati e medici è stato rivalutato, spesso le persone faticano a capire che anche nell’ambito della scienza possono esserci pareri discordi e dunque questa fiducia potrebbe rivelarsi fragile.

 

Occorre dividere nettamente il pensiero critico da quello complottista.

Quest’ultimo è caratterizzato da argomenti molto deboli, nati dalla sospettosità e dalla convinzione che ci sia una manipolazione in vista di un interesse sottaciuto. Il problema non è tanto quello degli esperti in sé, bensì della capacità di ognuno di argomentare le proprie posizioni: se io non ascolto l’interlocutore per il semplice fatto che mi critica – anche quando ha delle ottime ragioni- questo è un problema serio.

Ad esempio, ci sono delle ragioni validissime per criticare la didattica a distanza – come l’acuirsi delle diseguaglianze – poi si potrà replicare che in questo periodo è davvero necessario procedere in tal senso, ma bisogna riconoscere la legittimità delle critiche.

 

Pensa sia possibile abbinare la ricerca empirica delle scienze sociali alla filosofia? Il libro Fare impresa con i valori. Teoria e pratica dell’ Identity shaping sembra essere un esempio virtuoso in questa direzione

 

Il libro è nato con un gruppo di lavoro a partire dalla richiesta di un imprenditore che ha voluto approfondire – all’interno di una cornice teorica solida- l’ambito della consulenza d’impresa attraverso i valori.

La nostra è stata un’analisi qualitativa. Ci siamo posti un problema: abbiamo fatto una proposta su tre sfere di valori (economica, produttiva ed etica) riferendoci alla tradizione filosofica morale; c’era la necessità di ‘portare a terra’ queste idee e non fare un’analisi avulsa da quello che accade effettivamente nelle imprese. La filosofia è importante , ma bisogna conoscere i contesti di riferimento. In questo senso un dialogo è sicuramente proficuo e la proposta da noi fatta andava sostenuta da un riscontro effettivo e alla fine ‘i due mondi si sono ritrovati’.

 

Come nasce il progetto del Laboratorio Filosofia Impresa presso l’Università Vita Salute San Raffaele ?

 

Il Laboratorio è nato da un’iniziativa di Roberto Mordacci (Filosofo morale e Preside della Facoltà di Filosofia dell’Università San Raffaele), che mi ha coinvolta 3 anni fa.

Oggi vi partecipano diverse imprese discutendo temi di interesse a partire dalle loro specificità, che possono essere – per esempio- il benessere e la felicità, come la Digital trasformation etc. . L’idea è quella di mostrare come si possano creare ponti tra questi due mondi, in cui ci si confronta su alcuni temi di interesse comune, problematizzandoli. Con il Laboratorio si è sviluppata la possibilità di fare stage curriculari con delle aziende che – in alcuni casi- sono sfociati in lavori di tesi molto validi; sicuramente una terza missione da parte dell’Università è quella di cercare un collegamento con il mondo sociale, oltre ad aiutare i ragazzi nella ricerca occupazionale.

 

Lei parla dell’importanza di un’integrazione tra diverse tipologie di valori. Abbiamo dato per scontato che dovesse esistere un unico valore al quale subordinare tutti gli altri?

 

Qualsiasi assolutizzazione di un valore rischia di trasformare il valore nel proprio opposto oppure di renderlo coercitivo rispetto agli altri valori e quindi, di snaturare la propria natura, perché anche se il valore positivo della trasparenza diventasse il massimo valore a cui sacrificare tutto il resto, questo porterebbe molti problemi – tra i quali un controllo eccessivo. Ogni valore (così come ogni concetto) per poter dispiegare il meglio di sé deve avere richiami e rimandi verso gli altri valori, non può mai essere unico. Un altro esempio può essere quello dell’appartenenza, che di per sé è un valore positivo, ma potrebbe diventare appartenenza clanica: qualora non fosse coadiuvata dal rispetto, dall’integrità, dalla fiducia e dalla responsabilità diventerebbe molto rischiosa…

Questo discorso, chiaramente, vale a maggior ragione per il valore del profitto.

 

 

 

Sara Gallaccio

 

 

COVER-ISBN (19)

Giancarlo Marinelli e Ferdinando Testa lavorano, ormai da anni,
come consulenti filosofici, alla ricerca degli elementi comuni e fondanti della consulenza filosofica e della “pratica filosofica”
 e cioè di quella corrente della filosofia che, sul finire del XX secolo,
ha inteso rimettere al centro dell’interesse del filosofo la quotidianità dei propri vissuti,
delle proprie situazioni, delle idee in cui viviamo.
Quella quotidianità che, come scrive Schopenhauer,
 «in genere le persone lasciano passare senza considerare e senza godere di essa».

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Il saggio Esperienza, politica e antropologia in María Zambrano, pubblicato da Mimesis Editore e prefato da Francesca Brezzi, attraversa i nodi fondamentali del pensiero zambraniano: il dato esperienziale, il punto di vista antropologico e la prospettiva storico-politica.
Muovendo dal contesto storico-sociale in cui si trova a vivere e radicalmente condizionata dall’elemento esperienziale, Zambrano delinea un pensiero che è viva espressione dell’incontro tra la dimensione speculativa e l’elemento vitale, a suo giudizio indispensabile per comprendere profondamente l’essenza umana. La sua riflessione filosofico-politica, pienamente incarnata dalle mujeres – che anticipano per molti versi il pensiero della differenza sessuale – traccia un percorso articolato intorno ai nodi della responsabilità, della coscienza, dell’auto-coscienza, della relazionalità, dell’alterità e dell’accoglimento della realtà, così da giungere alla costruzione di una dimensione sociale concretamente democratica e, dunque, umana.

Ruotando intorno al concetto cardine di persona, da cui il sottotitolo La centralità della persona, all’interno di un orizzonte intellettuale, in parte di tipo esistenziale, in parte di carattere cristiano, l’umano costituisce l’elemento di fondo del filosofare zambraniano. El saber del alma, las entrañas, il sentire originario, la razón poética, i chiaroscuri rappresentano, così, i tratti peculiari della sua riflessione, che scorre fluida e circolare ben al di là di ogni tipo di sistematizzazione.

Il testo di carattere filosofico-politico tocca, quindi, elementi di particolare interesse anche nel mondo della consulenza filosofica, data l’attenzione rivolta ai temi della cura, dell’ascolto e della capacità umana di entrare in relazione con l’altro.

Sara Del Bello ha conseguito il titolo di PhD in Filosofia Politica presso l’Università degli Studi di Roma Sapienza, dedicando i suoi studi al pensiero femminile. Il suo lavoro di dottorato – conseguito con il massimo giudizio e rivolto alla filosofia di María Zambrano – è stato sviluppato collaborando con i principali istituti di ricerca europei in materia di pensiero zambraniano: il Seminario Permanente María Zambrano, diretto dalla prof.ssa Carmen Revilla presso la Universitat de Barcelona e la Fundación María Zambrano di Vélez-Málaga. Ha lavorato nell’ambito della docenza e della ricerca universitarie con l’Università degli Studi di Roma Sapienza, la Pontificia Università Urbaniana, l’Università degli Studi Roma Tre. Laureata in Relazioni Internazionali con la tesi specialistica Simone Weil: l’esperienza del lavoro come incontro tra pensiero e azione e la tesi triennale Hannah Arendt: dal concetto d’amore in Agostino all’amore per il mondo, entrambe discusse con il massimo dei voti, partecipa in qualità di relatrice a diversi convegni e lezioni in Italia e in Spagna. Ha all’attivo varie pubblicazioni con riviste italiane e straniere. Al momento, si sta formando nell’ambito del Master in Consulenza e Pratiche Filosofiche presso l’Università degli Studi Roma Tre in collaborazione con la SUCF (Scuola Umbra di Consulenza Filosofica). Lavora, inoltre, nel mondo della comunicazione nei settori culturale e politico-sociale.

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New Frontiers in Philosophical Practice

Authors:

Lydia Amir, Lou Marinoff, Ran Lahav, Giancarlo Marinelli, David Sumiacher D’Angelo, Vaughana Feary, Roxana Kreimer, Gerardo Primero, Michael Noah Weiss, Detlef Staude, Jeanett Bresson Ladegaard Knox, Aleksandar Fatic, Guro Hansen Helskog

“The purpose of this book is to explore new approaches to the practice of philosophy. Practicing Philosophy (2015), the previous anthology co- edited with Aleksandar Fatić, describes the state of the art of this relatively young theoretical and practical discipline. Apart from one exception, the current anthology includes essays from different authors than those who contributed to the previous anthology. I have mostly turned to prominent philosophical practitioners from various countries who, in the course of their extensive experience, have changed the ways in which they practice philosophy, or refreshed their methods, or challenged philosophical practice’s goals and means, or innovated in the problems and audiences they addressed. However, I have also solicited relatively new voices who bring fresh perspectives and methods to the field.

This anthology does not exhaust its theme; limitations of space have obviously precluded the inclusion of all significant recent innovations and innovators in this discipline. I ask those who are not included here not to bear a grudge, as I hope there will be other opportunities for collaboration.

Expanding its boundaries, the practice of philosophy is time and again reaching new frontiers. It is to pay tribute to the creativity this field requires that I have undertaken this project. I believe it is of value not only to philosophers, both practical and theoretical, as well as to professionals and students in education and the helping disciplines, but also to the general public, since this anthology exemplifies how philosophers can fulfill their responsibility towards their communities, and, ultimately, towards civilization at large.1″

Lydia Amir Boston and Tel Aviv, 2017

SEMINARIO DI FILOSOFIA DELL’IMMAGINAZIONE – SPECIAL GUESTS MICHAEL WEISSE e LYDIA AMIR (TRADUZIONE IN SALA)

Domenica 20 Maggio 2017 h. 10,00-18.00, Roma,

La partecipazione al seminario dà diritto all’acquisizione di 8 crediti SUCF (direttivo SUCF del 7.04.2017).Costo di partecipazione – 50€ esterni, 30€ soci SUCF . Info T. 347 6373803

Prof. RAN LAHAV – LESSON AND WORKSHOP

“PHYLOSOPHY AND TOGETHERNESS”. FILOSOFIA E ESSERE INSIEME. PRATICA FILOSOFICA COME CON-FILOSOFARE (TRADUZIONE IN SALA)

Domenica 15 Gennaio h. 9,30-14.00, Roma, Domus Nova Bethlem.

La partecipazione al seminario dà diritto all’acquisizione di 8 crediti SUCF (direttivo SUCF del 7.12.2016).Costo di partecipazione – 50€ esterni, 30€ soci SUCF e SICoF. Info T. 347 6373803

PRESENTAZIONE DEL CORSO DI FORMAIZONE PROFESSIONALE TRIENNALE IN COUNSELING FILOSOFICO, RICONOSCIUTO DALLA SUCF, ROMA 3 E DALLA ISPP.

Pesaro, Palazzo di Vetro, 13 Gennaio 2017, h. 17,30 -19,30 , PALAZZO DI VETRO.

Info T. 347 6373803

Prof. LYDIA AMIR – LESSON AND WORKSHOP

“DIFFERENT TYPES OF THE INNER DIALOGUE AND THEIR IMPORTANCE FOR THE REALIZATION OF OURSELVES”.

Roma, Sabato 15 Ottobre 2016 ore 9,30-13,30 – Domus Nova Bethlem

Quota di partecipazione – 50,00€ per esterni, 30,00€ per interni (SUCF e SICoF)

Formazione 5 crediti SUCF e riconosciuta ISPP

SEMINARIO “STRUMENTI PER IL COUNSELING FILOSOFICO DAL LIBRO ROSSO DI JUNG” CONDUTTORI PROF.TESTA E PROF. MARINELLI

Roma, Domenica 16 Ottobre 2016 ore 9,00-12,00 – Domus Nova Bethlem

Formazione 5 crediti SUCF e riconosciuta ISPP

SEMINARIO WORKSHOP “LA SCELTA E LA TRASFORMAZIONE”, ROMA 10 SETTEMBRE 2016, 9,30-13,30, Domus Nova Bethlem, via Cavour 85/a

La Scelta e la trasformazione, conduttori Proff. Marinelli e Zamarchi

EVENTO ISPP International Society of Philosophical Practice, 

PRESENTAZIONE DELLA XIV CONFERENZA INTERNAZIONALE DI PRATICA FILOSOFICA, BERNA 4-8 AGOSTO 2016, 

http://www.philopraxis.ch/14th-iccp-2016.

La SUCF sarà presente con il Presidente ed alcuni progetti.

INCONTRI DI SUPERVISIONE 2016 SICoF Roma 

Conduttori: Arcangela Miceli, Giancarlo Marinelli

  • I° incontro  23 Aprile, 9.00-11.30 e 11.45-14.15
  • II° incontro  11 Giugno, 9.15-13.30
  • III° incontro  17 Settembre, 9.00-11.30 e 11.45-14.15

 Info INCONTRI SUPERVISIONI 2016

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  • Workshop IL LIBRO ROSSO: L’IMMAGINAZIONE E IL MONDO IN CUI POSSIAMO VIVERE

Info WS LIBRO ROSSO

  • Venerdì 23, Sabato 24 e Domenica 25 Ottobre 2015, Roma

  Primo convegno internazionale di pratica filosofica –   Pratica filosofica: una questione    di dialogo

  • Sabato 19 dalle ore 14,30 alle ore 19,30 e domenica 20 settembre dalle ore 9 alle ore 14, Domus Nova Bethlem, via Cavour 85/a SEMINARIO JUNG E LA CONSULENZA FILOSOFICA
SEMINARIO JUNG E LA CONSULENZA FILOSOFICA

SEMINARIO JUNG E LA CONSULENZA